Uilleann Pipes
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BREVE STORIA
Le origini di questo particolare tipo di cornamusa non sono così arcaiche come si potrebbe pensare; di fatto gli esemplari più antichi che ci sono pervenuti sono databili intorno alla metà del 1700. Derivano da strumenti costruiti prevalentemente nel Nord dell’Inghilterra, e giungeranno in Irlanda pochi anni dopo. Questi strumenti, pur avendo molto in comune con le Smallpipes scozzesi e del Northumberland, non sarebbero nemmeno molto dissimili dalle Uilleann Pipes moderne, da cui si differenziano soprattutto per il chanter (la canna con cui si suona la melodia) che aveva un pezzo supplementare alla fine, ed era quindi più lungo. Inoltre non avevano i regulators (più avanti spiegherò cosa sono), e cambiavano anche altri piccoli particolari. Nel 1746 John Geoghegan pubblica a Londra il primo metodo (1. The Compleat Tutor for the Pastoral or New Bagpipe).
Oggi si distingue questo tipo di cornamusa chiamandola proprio pastoral pipes, e ne esistono ancora diversi esemplari, per esempio il set di Hugh Robertson nella foto a sinistra, che appartiene al Bagpipe Museum di Morpeth nel Northumberland.
Si può vedere chiaramente il pezzo supplementare alla fine del chanter; inoltre lo stock del chanter è legato direttamente alla sacca senza il pezzo intermedio di innesto (detto top) che si usa oggi. I bordoni hanno un diametro interno uniforme dall’inizio alla fine (in quelli moderni aumenta gradualmente) e terminano con una svasatura, inoltre lo stock dove i bordoni sono fissati è cavo, cosicché le ance vibrano tutte insieme nella stessa cavità. Di solito questi set non erano ancora dotati di stopkey, cioè la chiave per stoppare i bordoni, quindi all’occorrenza si usavano semplicemente dei tappi.
La cosa più interessante del set nella foto è che a differenza degli strumenti più antichi è già provvisto di un regulator, che tuttavia ha soltanto due chiavi (2) . Nella foto sotto si vede invece una ricostruzione moderna di Jon Swayne.
Chi poi sia stato il primo piper a togliere il pezzo finale, suonando il chanter on the knee (appoggiandolo sulla gamba) non ci è dato sapere; comunque in questa maniera lo strumento ha nota in meno di estensione ma diventa possibile suonare i tipici abbellimenti staccati (triplets), inoltre si possono ottenere molti effetti caratteristici sollevando lievemente il chanter dalla gamba (popping).
I primi costruttori operanti in Irlanda di cui abbiamo notizia sono Kenna, Doogan, Egan e Kennedy, tutti attivi tra il 1770 e il 1790. A quei tempi lo strumento cominciava a montare 1 o 2 regulators, e veniva chiamato Irish, Union oppure Organ Pipes. Il termine “Uilleann” compare in seguito, e sebbene sia oggi quello più usato non è (pare) molto corretto dal punto di vista filologico.
Il secolo XIX rappresenta l’epoca d’oro per le pipes, la qualità degli strumenti prodotti intorno alla metà del secolo da famosi costruttori come Kenna, Coyne, Colgan, Egan, Harrington è ancora oggi insuperata.
In questo periodo le Pipes hanno già una forma identica all’attuale, ma a differenza degli strumenti moderni che sono in Re i set più antichi suonano in tonalità più basse come Do, Si, Sib. Questo perché anticamente il diapason (la “misura” di riferimento per l’altezza delle note) era diverso da quello moderno (La=440). Gli strumenti che suonano in una tonalità più bassa sono detti flat pitch.
Verso la fine dell’ottocento alcuni costruttori, principalmente in America i fratelli Taylor, e in seguito i Rowsome, introducono una novità importante: trovando che il suono delicato della cornamusa fosse un po’ troppo debole, e forse inadeguato a suonare con gli strumenti moderni, apportano delle modifiche alle misure interne del chanter oltre che al diametro dei fori, in modo da ottenere un suono più potente. Ovviamente anche il resto dello strumento va modificato di conseguenza; il volume ora è sensibilmente più forte, ma il timbro diventa meno dolce e piuttosto nasale. Gli strumenti così costruiti si chiamano concert pitch, e fino al periodo moderno sostanzialmente non subiscono altre modifiche.
CARATTERISTICHE
Com’è fatta?
Il materiale principale è il legno, di solito ebano o grenadillo, ma molte parti sono in metallo (di solito ottone o alpacca) come le chiavi e i tubi che con diverse funzioni sono presenti in parecchi punti dello strumento. Comunque, per chiarire bene come un set di Uilleann Pipes sia fatto farò un paragone con la cornamusa scozzese, che tutti più o meno hanno presente.
Ecco, l’unica cosa simile è la sacca, che viene tenuta sotto il braccio sinistro.
Nelle Uilleann Pipes non si soffia con la bocca: si pompa l’aria con un mantice, fissato al corpo e azionato col gomito destro.
Il chanter anche nella Uilleann viene (ovviamente) suonato con le mani, però è in una posizione più bassa e il suonatore lo tiene sempre appoggiato sulla gamba destra. Anche per questo motivo, si può suonare soltanto seduti. I bordoni, che sono le canne che danno un suono fisso, sono tre come nella scozzese ma non vengono appoggiati sulla spalla bensì sulla gamba destra, rivolti all’esterno. Essi sono inseriti tutti insieme in un unico blocco di legno (lo stock) fissato alla sacca di lato. Nello stesso stock trovano posto anche i regulators, che sono delle canne provviste di chiavi. Normalmente sono mute, suonano solo se azionate con il polso destro mentre in contemporanea si suonano chanter e bordoni…è facile comprendere come mai l’uso dei regulators sia una delle cose più complicate nella tecnica dello strumento. Il regulator basso è molto più grande rispetto agli altri, per cui deve essere costruito con una particolare curvatura a U al suo interno. Allo stesso modo il bordone basso ha delle pieghe a serpentina, altrimenti sarebbe troppo lungo e scomodo.
Il chanter normalmente ha 5 o 6 chiavi, che tuttavia si usano poco nella musica tradizionale irlandese, tant’è che molti suonatori (anche per una questione di risparmio) prediligono strumenti con 1 o 2 sole chiavi, talvolta nessuna. I regulators sono normalmente 3, per un totale di 13 chiavi, esistono però anche strumenti che ne hanno solo 2 (detti ¾ set) e altri con un numero anomalo (4 o persino 5) o un diverso numero di chiavi. Alcuni strumenti possono avere un quarto bordone.
1 – Mantice
2 – Sacca
3 – Stock
4 – Chanter
5 – Bordoni
6 – Bordone Basso
7 – Regulators
8 – Regulator Basso
9 – Top
Gli abbellimenti usati (cuts, rolls, triplets, cranning, doubling ecc.) nascono per via del fatto che le Uilleann Pipes, come tutte le cornamuse, sono alimentate da un flusso d’aria continuo, quindi è indispensabile sviluppare delle tecniche per fraseggiare pur senza interrompere l’andamento legato della melodia. Sono del tutto simili agli abbellimenti usati negli altri strumenti (violino, flauto, ecc.) che infatti sono creati ad imitazione di quelli della cornamusa. Si usa spesso fare una distinzione tra due stili: open e tight; nel primo caso il riferimento è lo stile dei travelling pipers come Johnny Doran, e in tempi più recenti Davy Spillane e Paddy Keenan, caratterizzato da un fraseggio molto fluido con meno abbellimenti staccati, largo uso degli effetti ottenibili alzando il chanter e dei regulators nell’accompagnamento. Nel secondo è soprattutto Seamus Ennis il punto di riferimento, e in seguito Robbie Hannan, Brian McNamara, Neil Nulligan…ma oggi di fatto non è che ci siano veramente due “scuole”: la maggior parte dei pipers ha un proprio stile personale a seconda di come utilizza le varie tecniche di abbellimento e del suo modo di fraseggiare. Se in passato c’erano forse anche diversi stili regionali, oggi le differenze sono pressoché scomparse.
È uno strumento che non troverete mai in un negozio, eccezion fatta per quelli di pessima qualità tipo pakistana. Bisogna rivolgersi a un costruttore, o cercare uno strumento usato se si ha la fortuna di trovarne uno valido. Spesso è difficile giudicare la qualità di uno strumento perché il suono dipende molto dalla condizione in cui è conservato. Per esempio, uno strumento buono con delle pessime ance suonerà pessimamente, e anche altri particolari (tenuta di sacca e mantice, funzionamento delle valvole, manutenzione dei tenoni di filo, ecc.) influiscono molto sulla sua qualità sonora. Per un novizio non è facile valutare bene uno strumento, conviene quindi rivolgersi sempre a un costruttore affidabile.
[ Articolo pubblicato il 27/05/08 su Celticworld.it e scritto da Daniele Bicego ]
Eng
The first bagpipes to be well attested for Ireland were similar, if not identical, to the Scottish Highland bagpipes that are now played in Scotland. These are known as the “Great Irish Warpipes”. In Irish and Scottish Gaelic, this instrument was called the píob mhór (“great pipe”).
While the mouth-blown warpipe was alive and well upon the battlefields of France and other parts of Europe, it had almost disappeared in Ireland. The union or uilleann pipe emerged during the early 18th century around the same time as the development of the bellows-driven Northumbrian smallpipes and the bellows-driven Scottish Lowland bagpipes. All three instruments were far quieter and sweeter in tone than their mouth-blown predecessors. Essentially their design required the joining of a bellows under the right arm, which pumped air via a tube to a leather bag under the left arm, which in turn supplied air at a constant pressure to the chanter and the drones (and regulators in the case of the Irish Uilleann pipes). Geoghegan’s tutor of the 1740s calls this early form of the uilleann pipes the “Pastoral or New bagpipe”. The Pastoral pipes were bellows blown and played in either a seated or standing position. The conical bored chanter was played “open”, that is, legato, unlike the uilleann pipes, which can also be played “closed”, that is, staccato. The early Pastoral pipes had two drones, and later examples had one (or rarely, two) regulator(s). The Pastoral and later flat set Union pipes developed with ideas on the instrument being traded back-and-forth between Ireland, Scotland and England,[8][9] around the 18th and early 19th century.
The earliest surviving sets of uilleann pipes date from the second half of the 18th century, but it must be said that datings are not definitive. Only recently has scientific attention begun to be paid to the instrument, and problems relating to various stages of its development have yet to be resolved. The Uilleann pipes or union pipes might have originated from the Pastoral pipes (Border pipes, Northumbrian pipes, Scottish smallpipes) and gained popularity in Ireland within the Protestant Anglo-Irish community and its gentlemen pipers, who could afford such expensive hand-made instruments. The Irish Uilleann pipes are far more elaborate in their design, and their development is likely to have occurred among the well-to-do. Certainly many of the early players in Ireland were Protestant, possibly the best known being the mid-18th-century piper Jackson from Co Limerick and the 18th-century Tandragee blind pipemaker William Kennedy. The famous Rowsome family from Co. Wexford were also Church of Ireland until the mid-late 19th century. The Uilleann pipes were often used by the Protestant clergy, who employed them as an alternative to the church organ.[citation needed] As late as the 19th century the instrument was still commonly associated with the Anglo-Irish, e.g. the Anglican clergyman Canon James Goodman (1828–1896) from Kerry, who had his tailor-made uilleann pipes buried with him at Creagh (Church of Ireland) cemetery near Baltimore, County Cork. His friend, and Trinity College colleague, John Hingston from Skibbereen also played the uilleann pipes. Another piping friend of Canon Goodman, Alderman Phair of Cork (founder of the pipers club in Cork in the 1890s) had Goodman’s pipes recovered from Creagh cemetery. They were later donated to Cork piper Michael O’Riabhaigh, who had re-established the (by then extinct) pipers club in Cork in the 1960s.